Collegamento tra terminal Anagnina e aeroporto Ciampino

mobilità, Trasporto pubblico

La Città Metropolitana di Roma ha affidato la gara per la progettazione della nuova linea Anagnina-Ciampino Aeroporto.

Dai documenti ufficiali che il Settimo Biciclettari ha avuto modo di visionare, l’obiettivo del progetto è quello di creare un hub intermodale di livello metropolitano che metta a sistema il terminal di Anagnina della linea A, la stazione FS Capannelle (ad oggi sottoutilizzata) la stazione FS di Ciampino (la più grande del Lazio, Roma esclusa) e l’aeroporto di Ciampino attraverso la realizzazione di un collegamento dedicato.

La gara ha per oggetto, infatti, la realizzazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica (una sorta di studio preliminare ndr) a cui spetta il compito di individuare la soluzione che presenta il miglior rapporto tra costi/benefici per la collettività, le specifiche esigenze da soddisfare e le prestazioni richieste.

Nella predisposizione del progetto viene richiesto che vengano svolte delle indagini di traffico e degli studi conoscitivi sulla morfologia del territorio e sui vincoli archeologici presenti. A tal proposito abbiamo avuto di sentire l’avv. Marco Cavallone, presidente del Comitato di Quartiere di Villaggio Appio, il quale ha affermato che il progetto è sicuramente ambizioso, “ma va analizzato nel dettaglio soprattutto in considerazione della presenza nel nostro quadrante del Parco degli Acquedotti e della Villa di Sette Bassi, patrimonio inestimabile che va tutelato prima di ogni cosa anche considerato il progetto di unire i due parchi. Facilitare sull’asse di via di Capannelle la mobilità dolce e sostenibile, ridurre l’impatto ambientale derivante dal traffico, creare link con il TPL rappresentano obiettivi per noi prioritari.

Per quanto riguarda la soluzione tecnologica da impiegare per questo nuovo collegamento tra Anagnina e l’aeroporto di Ciampino, sempre nel bando vengono indicate le tre opzioni: “tranvia, filovia o busvia elettrica”.

Influente nel progetto sarà la realizzazione della futura linea 10 del tram che collegherà Ponte Mammolo con Cinecittà. Proprio riguardo alla tranvia della Palmiro Togliatti, che quest’anno dovrebbe vedere la chiusura della fase progettuale, è stato proprio grazie all’impegno di tante realtà territoriali tra cui il Settimo Biciclettari se questo progetto “non è rimasto chiuso nel cassetto” come recitava l’articolo del 2016 di Roma Today a cura di Fabio Grilli.

La linea del Settimo Biciclettari, come conferma il suo presidente, resta sempre dritta nel corso del tempo:

Favorire la transizione verso una città più sostenibile con un trasporto pubblico efficiente e capillare, in modo da rendere svantaggioso il trasporto privato dal punto di vista sociale, economico e morale.

Lettera aperta ai consiglieri Raggi e Zannola

Asse Acquedotti

Egregi consiglieri Virginia Raggi e Giovanni Zannola,

Abbiamo letto con attenzione l’articolo pubblicato su RomaToday a firma di Fabio Grilli in cui annunciate la realizzazione di una ciclabile che collegherà la Stazione Termini a Tor Vergata passando nei parchi di Tor Fiscale e Acquedotti.

Vi siamo grati di aver evidenziato alcuni (ma non tutti) dei punti di forza dell’Asse degli Acquedotti, progetto che il Settimo Biciclettari ha avuto il piacere in passato di illustrarvi e di cui, quindi, conoscete le potenzialità.

Foto di Antonio Lipiani

Ci fa piacere che abbiate parlato del collegamento tra l’Asse degli Acquedotti (senza citare l’Asse degli Acquedotti) e Tor Vergata, così come ben riportato sul nostro sito. Già dal 19 maggio del 2015, infatti, come indicato nel resoconto, avevamo svolto un sopralluogo con il Comitato di Quartiere di Nuova Tor Vergata per capire come collegare l’Asse degli Acquedotti (che è una sorta di autostrada ciclo-pedonale) con punti strategici come l’Università di Tor Vergata, il Policlinico, il CNR e l’Agenzia Spaziale Italiana.

Siamo felici che abbiate fatto riferimento all’importanza dell’Asse degli Acquedotti (senza citare l’Asse degli Acquedotti) per la valorizzazione delle bellezze archeologiche del nostro territorio e per lo sviluppo del ciclo-turismo. In effetti, è stato da sempre il nostro cavallo di battaglia, ma l’amministrazione precedente (!?) si era detta sempre contraria al collegamento ciclo-pedonale dei parchi, etichettando l’idea come roba per “ciclisti della domenica”.

Vi siamo, infine, grati per aver chiesto l’immediata calendarizzazione dei lavori per la realizzazione dell’Asse degli Acquedotti (senza citare l’Asse degli Acquedotti) anche se, a tal proposito, vi ricordo che stato già finanziato lo studio di fattibilità del progetto con i primi 90 mila euro (citando correttamente l’Asse degli Acquedotti), proprio dal Consiglio comunale di cui fate parte.

In buona sostanza, l’unica, semplice cortesia che vi chiediamo è che per le vostre prossime prerogative istituzionali abbiate l’accortezza di citare le realtà che stanno dietro quelle istanze da cui prendete legittimamente spunto. Per voi sarebbe un gesto insignificante, visto che il vostro operato si misura dalla governance della città e non di certo dalle idee, ma per chi da anni si batte per la realizzazione di questo progetto è un passaggio fondamentale.

Se poi non volete farlo per il Settimo Biciclettari che ne ha ideato il tracciato e ne ha perfino realizzato alcune parti come il tunnel dei Sette Nani, fatelo per il rispetto dei volontari, delle associazioni e di tutti i cittadini che in questi anni si sono battuti, hanno manifestato e hanno speso tempo ed energie per sistemare, sfalciare, ripulire, mettere in sicurezza questo tracciato il cui nome è Asse degli Acquedotti.

Il fine ultimo della nostra associazione è stato sempre quello di consegnare il progetto alle istituzioni per la successiva fase realizzativa. Il fine ultimo della “politica” è il governo della società che passa (o quantomeno dovrebbe farlo) anche per il giusto riconoscimento di chi si adopera per migliorarla.

Con stima,

Dario Piermarini – Presidente del Settimo Biciclettari

Mobilitazione cittadina per l’Asse degli Acquedotti

Asse Acquedotti, Parco degli Acquedotti, Parco di Tor Fiscale

L’Asse degli Acquedotti è un percorso ciclo-pedonale che consentirebbe di collegare il Centro di Roma con il Settimo Municipio, sfruttando i meravigliosi parchi: Caffarella, Tor Fiscale e Acquedotti. In occasione dei 100 anni dalla nascita di Antonio Cederna, domenica 24 Ottobre alle ore 10 siete tutti invitati ad una grande mobilitazione cittadina per chiedere con forza la realizzazione di questo tracciato. Sarà anche l’occasione per riappropiarci di questo percorso e, chi vorrà, potrà aiutarci a pulire e risistemare il tratto che dal Parco degli Acquedotti arriva fino a Tor Fiscale.

Questa iniziativa è realizzata dalle associazioni che sostengono l’Asse degli Acquedotti:
SETTIMO BICICLETTARI 
RETAKE PARCO DEGLI ACQUEDOTTI
ASSOCIAZIONE “LA TORRE DEL FISCALE”
ITALIA NOSTRA
ROMACAMMINA
ASSOCIAZIONE QUADRACORO APS
TOURING CLUB ITALIANO
INFORIDEA – IDEE IN MOVIMENTO
ECOLOGIA URBANA
ECOMUSEO DELLA VIA LATINA 
ROMA ROAD RUNNERS
URBAN EXPERIENCE
A.S.D. ARCHI DI CLAUDIO GOLF CLUB
GIOCARTE’
ASSOCIAZIONE ROMANA ACQUARELLISTI

Puoi aderire cliccando PARTECIPERO’ al nostro evento Facebook:

https://fb.me/e/4lP6ApcUJ

Wall of Fame (chi ha firmato il manifesto?)

Amministrative 2021, Asse Acquedotti

Al momento i seguenti candidati hanno firmato il manifesto elettorale del Settimo Biciclettari, dimostrando attenzione ai temi della mobilità sostenibile ed impegnandosi a realizzare l’Asse degli Acquedotti.

In ordine di adesione (aggiornato al primo ottobre):

  • Roberto Colasanti (candidato del PD nel Settimo Municipio)
  • Alessandra Cazzola (candidata di Roma Futura nel Settimo Municipio)
  • Antonella Di Giacomo (candidata del PD nel Settimo Municipio)
  • Romolo Tozzi Di Marco (candidato di Sinistra Civica Ecologista nel Settimo Municipio)
  • Emiliano Cofano (candidato di Roma Futura nel Settimo Municipio)
  • Luca Di Egidio (candidato alla Presidenza del Settimo Municipio con Calenda Sindaco)
  • Ilaria Piccolo (candidata del PD al Comune di Roma)
  • Francesca Roccadoro (candidata della lista civica Roma Decide per il Comune di Roma)
  • Maria Mazzitelli (candidata del PD nel Settimo Municipio)
  • Alessandro Olivieri (candidato del PD nel Settimo Municipio)
  • Fabrizio Grant (candidato del PD nel Settimo Municipio)
  • Rocco Ferraro (candidato Lista Civica Gualtieri Sindaco al Comune di Roma)
  • Salvatore Vivace (candidato di Revoluzione alla Presidenza del Settimo Municipio)

Manifesto elettorale del Settimo Biciclettari

Amministrative 2021, Asse Acquedotti

In vista delle prossime elezioni amministrative per il Comune di Roma, pubblichiamo in questo blog il manifesto del Settimo Biciclettari costituito da tre semplici punti.

I candidati municipali e comunali che decideranno di sottoscriverlo e di impegnarsi ad attuarlo, verranno sostenuti dalla nostra Associazione.

❌Noi NON appoggeremo alcun partito o candidato che parlerà di ripensare la rete ciclabile esistente. Roma è ferma da quarant’anni sul tema della ciclabilità e chi crede nella mobilità sostenibile non può permettersi di scrivere che ci sono troppe ciclabili per raccogliere facili consensi. Se lo fa, abbiamo già capito che non è il nostro candidato. 

📌Siamo ben consapevoli che il tema della mobilità sostenibile non possa essere ricondotto unicamente alla realizzazione di piste ciclabili, quindi pensiamo che il trasporto pubblico abbia bisogno di maggiori investimenti rispetto a quanto fatto finora e debba essere gestito sicuramente meglio dal Comune di Roma (“il candidato descriva le soluzioni che intende adottare a tal proposito” 😉).

✅ Il candidato si impegna a realizzare il progetto dell’Asse degli Acquedotti, attraverso tutti gli strumenti che la sua carica gli metterà a disposizione.

Per aderire al manifesto scrivete a settimobiciclettari@gmail.com

Bike sharing elettrico a Roma: JUMP e Helbiz a confronto

Bike sharing

Abbiamo testato per gli amici del Settimo Biciclettari i due servizi di bike sharing attivi sul Comune di Roma: JUMP e Helbiz.

Va sottolineato che entrambi i servizi sono concepiti per rispondere alle esigenze da “ultimo miglio“. Per intenderci, l’utente si sposta sulle lunghe tratte tramite il trasporto pubblico e poi, all’uscita dalla stazione o alla fermata del bus, prende la bici per coprire gli ultimi chilometri che lo separano dalla destinazione.

E’ importante questa precisazione perché il modello di pricing si basa proprio su questo assunto. Non è un servizio di noleggio a lungo termine e, d’altro canto, non avrebbe neanche senso vista la capillarità della rete. Abbiamo letto molti commenti in giro sul web riguardo l’eccessivo costo del noleggio ma questo è causato unicamente dall’utilizzo di queste bici per più di un’ora che non rientra nella tipologia d’uso del servizio.

Confronto Jump&Helbiz

Tra le due compagnie quella più economica è sicuramente Helbiz ma è più difficile da trovare mentre JUMP di Uber punta molto sulla capillarità (ne avrete viste moltissime in giro) e anche sulla qualità meccanica delle bici. Parliamo per entrambe di pedalata assistita a differenza del vecchio servizio Obike naufragato tempo fa. Rispetto alle versioni “muscolari” cioè non elettriche, questi mezzi si rivolgono ad una platea molto ampia di utenti.

Per utilizzare queste bici è necessario scaricare le rispettive App disponibili sugli store di Android e Apple. Prima di procedere al noleggio, è necessario effettuare la registrazione e poi si deve “agganciare” un metodo di pagamento (noi abbiamo utilizzato una comune carta di credito). Una volta completate queste operazioni è sufficiente inquadrare con il proprio smartphone il QR-Code presente sulla bici e, dopo qualche istante, si sente il rumore di sblocco. Da questo momento potete utilizzarla e parte anche il conteggio del tempo (sia JUMP che Helbiz considerano i minuti e non i chilometri trascorsi). Una volta giunti a destinazione, è fondamentale eseguire la procedura di chiusura del tragitto che è lievemente differente tra le due compagnie. Per JUMP è sufficiente reinserire il gancio di blocco che trovate nella ruota posteriore, mentre per Helbiz la chiusura va fatta direttamente tramite cellulare e l’App vi chiederà di scattare una foto alla bici (verificano se avete parcheggiato correttamente).

In generale, sia per JUMP che per Helbiz la nostra valutazione è decisamente positiva e speriamo che questo nuovo servizio di bike-sharing della Capitale si sviluppi e si consolidi sempre di più.

Dario Piermarini

Visita ai cantieri della metro C

Intermodalità, Mobilità romana, Trasporto pubblico

Come Settimo Biciclettari siamo stati sempre fermamente convinti che non possono essere portate avanti con efficacia delle misure a favore della mobilità sostenibile senza un trasporto pubblico funzionante e rispondente alla domanda dei suoi utenti. Questo perché il primo traguardo che deve imporsi una amministrazione che voglia puntare sulla mobilità sostenibile è quello di ridurre il numero di veicoli circolanti e questo obiettivo, in una metropoli di quasi 3 milioni di abitanti, si raggiunge soltanto offrendo un servizio pubblico vantaggioso per i cittadino, in termini di tempo e denaro, rispetto al mezzo privato. Altre formule utilizzate sono il congestion charge, il blocco totale o parziale del traffico, i divieti alle vetture più inquinanti ma sono tutte soluzioni che non consentono un cambiamento duraturo nelle abitudini dei cittadini se non partono da una base solida che è il servizio di trasporto pubblico.

E’ per questo che il 12 Marzo 2016 eravamo scesi in piazza, insieme ad altre associazioni, per chiedere la realizzazione del tram Saxa Rubra – Togliatti – Laurentina.

Lo scorso 4 luglio, per gentile concessione di Roma Metropolitane che ringraziamo, abbiamo potuto visitare i cantieri della Linea C della Metro, lungo l’ultimo tratto che si estende da San Giovanni ai Fori Imperiali.

Nella prima fase della visita, gli ingegneri di Roma Metropolitane hanno illustrato le tecniche di scavo, ponendo l’accento su come preservare le bellezze archeologiche sopra e sotto suolo. La realizzazione di una metropolitana in una città ricca di storia come Roma, una storia stratificata nei millenni (basta visitare la Cripta Balbi per rendersene conto), è una delle sfide più ardue dell’ingegneria civile che poteva essere affrontata solo con le competenze e le capacità delle importanti aziende che si sono aggiudicate i lavori; ditte che lavorano in tutto il mondo perché l’Italia è all’avanguardia nella realizzazione delle grandi opere.

Nella seconda parte della visita, siamo entrati in alcuni cantieri della metro C e in particolare in quello della nuova stazione che aprirà ai Fori Imperiali e consentirà l’interscambio con la stazione della metro B di Colosseo. Attualmente i lavori stanno procedendo nella tratta San-Giovanni / Colosseo e porteranno all’apertura di due nuovi stazioni: Amba Aradam e Colosseo. Dai rendering che abbiamo potuto visionare, le due stazioni saranno ancora più suggestive della stazione di San Giovanni della metro C; in particolare la stazione Amba Aradam, terminati i lavori di costruzione, ospiterà l’antica caserma romana che è stata rinvenuta durante gli scavi, confermando quindi la linea progettuale della stazione/museo. L’apertura di queste due stazioni consentirà anche di aumentare la frequenza di transito dei treni nella tratta già aperta (Monte Compatri – San Giovanni) che attualmente si attesta intorno ai 12 minuti. La riduzione del tempo di attesa sarà possibile grazie a dei binari di scambio previsti in queste due stazioni.

Come Settimo Biciclettari non possiamo che esprimere gratitudine per le donne e gli uomini che lavorano a questo progetto. Siamo certi che l’opera sarà all’altezza della nostra città e che darà un grande contributo a favore della mobilità sostenibile.

Dario PiermariniPresidente Associazione “Settimo Biciclettari”

La targa a Don Sardelli si farà

Don Sardelli, Scuola 725

Al termine dell’iniziativa che si è svolta lo scorso 24 Marzo per ripercorrere la strada delle baracche dell’Acquedotto Felice e la storia della Scuola 725, siamo felici di informarvi che il Consiglio del Settimo Municipio si è compattato per votare all’unanimità un atto che impegna la Presidente Lozzi e gli assessori competenti per apporre una targa commemorativa in memoria di Don Sardelli all’interno del Parco degli Acquedotti.

Come saprete, questa idea nasce esattamente un anno fa, quando il Settimo Biciclettari lanciò una petizione on-line per chiedere al Municipio una targa in ricordo dell’opera sociale svolta sul nostro territorio del prete dei baraccati. La petizione raggiunse in pochissimo tempo più di 1.000 firme: il nostro obiettivo era quello di dare un grande abbraccio a Don Sardelli da parte di tutta la gente del Tuscolano che non lo aveva dimenticato. Per una volta, volevamo ringraziare i vivi e non, come sempre accade, commemorare i morti. Purtroppo lo scorso 19 Febbraio Don Sardelli ci ha lasciati per ricongiungersi al suo Santo Padre. Da uomo così schivo e pragmatico come era, è quasi come se ci avesse voluto salutare poco prima di dargli il nostro regalo di addio.

Lo scorso 24 Marzo, a poco più di un mese dalla sua morte, tutti noi ci siamo commossi nel ricordo di questo prete grazie alle parole di chi ha vissuto quegli anni, di chi ha frequentato la Scuola 725 e in particolare grazie alla testimonianza diretta di Giuliana Sardelli che accompagnò suo zio negli ultimi giorni di vita.

Ritengo che questo sia un importante traguardo che raggiungiamo con l’aiuto di tantissime persone che ci hanno seguito, a partire dai 1052 firmatari della petizione dello scorso anno. Da parte dell’Associazione Settimo Biciclettari un sentito ringraziamento a:

  • Il Parco Regione Appia Antica e Pasquale Grella per aver sostenuto l’iniziativa;
  • I Volontari del Parco degli Acquedotti per l’impegno sociale che hanno profuso anche su questo tema;
  • L’Associazione Berlinguer con cui abbiamo realizzato l’evento del 24 Marzo al Parco degli Acquedotti;
  • Mauro Biani per averci concesso l’uso di questo suo meraviglioso disegno;
  • L’Associazione “La Torre del Fiscale”;
  • Gazebike;
  • Giuliana Sardelli a cui va un abbraccio affettuoso da parte di tutti noi;
  • La trasmissione televisiva “Voci di Roma” e Leo Marrani per la diffusione stampa dell’iniziativa;
  • Tutti i partecipanti dell’evento del 24 Marzo che ci hanno seguito in bici e a piedi, promuovendo la mobilità sostenibile.

Infine sono doverosi i ringraziamenti ai consiglieri di maggioranza e opposizione del Settimo Municipio di Roma per aver promosso e votato la mozione, all’on. Roberto Morassut per esser stato promotore a livello romano della petizione per la targa e alla Presidente del Settimo Municipio Monica Lozzi per l’impegno che ha preso su questa nostra iniziativa.

Ci auguriamo di partecipare presto alla festa per l’inaugurazione della targa: “Don Sardelli – il prete dei baraccati”.

Dario Piermarini – Associazione Settimo Biciclettari

 

L’esperienza di un bike commuter: una bici pieghevole a Roma

Intermodalità, mobilità, Mobilità romana, Trasporto pubblico, Vivo SOSTENIBILE

A Londra con l’espressione bicycle commuting si intende l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti casa – lavoro. A Roma credo che solo una piccola percentuale di popolazione sia in grado di tradurre tale espressione, ma, pur volendo spiegarla in italiano come “pendolarismo in bici”, non si potrà in ogni caso raggiungere che una piccola platea di persone interessate al tema. Già di per sé la parola pendolarismo è qualcosa che si adatta di più a chi si trova a vivere in un limbo, tra una città e l’altra, mentre la popolazione che vive nel largo agglomerato del Comune di Roma spesso non sembra avere la consapevolezza di vivere quella vera e propria condizione di “pendolare”. Gli abitanti del quartiere Quadraro a Roma negli anni del secondo dopoguerra usavano l’espressione “vado a Roma”, per comunicare l’intenzione di superare la famosa “salita” (del Quadraro) che separa da sempre l’area sud della Tuscolana dalla parte più centrale, che parte idealmente dalla “Porta furba”, realizzata dal Papa Sisto V a fine ‘500 e giunge nell’odierna piazza Re di Roma. Oggi nessun abitante del Quadraro utilizzerebbe tale espressione, in quanto il quartiere è da circa quaranta anni ben collegato con il centro città da una veloce metro, che tuttavia patisce, come noto, i ritardi nella costruzione di altre linee. Fino al 16 febbraio 1980 il Quadraro viveva un dolce isolamento dal centro storico, raggiungibile lentamente attraverso una lenta linea tramviaria. Oggi il pendolare è identificabile nell’abitante di aree della città esterne al GRA, poco servite dai mezzi pubblici o da linee ferroviarie regionali. Pochi romani, tuttavia, parlano di sé come pendolari, accettando quasi di buon grado, di vivere a distanze siderali dal proprio luogo di lavoro, impiegando un’ora abbondante per raggiungere l’ufficio. Raggiungere il luogo di lavoro in un tempo limite di 30-40 minuti e, soprattutto, poter ritornare presso il proprio domicilio nello stesso tempo è un’aspirazione che per tanti resta nel libro dei sogni. A Roma ciò è davvero difficile per buona parte della popolazione. In altre grandi città, come ad esempio Milano è la norma; per di più il cittadino milanese non concepisce in alcun modo che il tragitto casa-lavoro possa avere una durata superiore ai 60 minuti. Solitamente l’abitante di Legnano, comune autonomo a oltre 30 km di auto da Milano impiega mediamente, con i famosi “passanti ferroviari” tra i 35 e i 45 minuti per raggiungere la stazione centrale di Milano, proseguendo poi in metro, bus o tram. Difficilmente parlerà di sé come un pendolare. Non si sentirà milanese, sarà forse al limite del “pendolarismo”. Solo chi impiega mediamente un’ora sarà considerato un vero e proprio “pendolare” a Milano.
Solitamente questi si identificano con gli abitanti dei comuni del monzese che in tanti casi lavorano a Milano e non nella più vicina Monza.
A Roma tutto cambia: chi vive nell’area di Roma Est (Lunghezza, Ponte di Nona, Castelverde), per raggiungere il centro (distanza auto tra i 18 e i 22 km) impiegherà molto tempo, un’ora è un’ipotesi ottimistica. Se dovessimo considerare i 30 km di distanza dal centro città di Legnano, come termine di paragone dovremmo considerare Cesano (che non è comune, bensì frazione di Roma!), che ha la stessa distanza dalla stazione Termini. Ebbene, in questo caso, l’abitante di Cesano impiegherebbe oltre un’ora per raggiungere il centro città, con tutta probabilità anche un’ora e 30 minuti, un tempo incredibilmente lungo, lo stesso tempo che impiega un pendolare tra Roma e Firenze.
Tutto ciò per sintetizzare la lunga premessa: Roma non ha una rete ferroviaria veloce per gli spostamenti degli abitanti del grande agglomerato di aree e frazioni esterne al GRA. Al netto di questa carenza, che impedisce agli abitanti degli agglomerati esterni al GRA di raggiungere il centro di Roma agevolmente, per poter parlare di intermodalità di trasporti è opportuno concentrare l’attenzione all’interno del grande “cerchio” di Roma (l’area interna al GRA), composto da periferie difficili, periferie ben collegate, semi-periferie e quartieri centrali.
La mia esperienza è, pertanto, quella di un fortunato abitante del quartiere Tuscolano, dove l’esperienza del bike commuter può avere migliori possibilità, perché il contesto è quello di un quartiere semi-periferico e già ben collegato al centro.
Il tragitto casa-lavoro di un abitante del VII Municipio è mediamente più agevole di chi vive in altri Municipi, ma sconta comunque alcune lentezze, che possono purtroppo diventare la norma. Il caso naturalmente è quello di un lavoratore che si dirige verso il centro di Roma. Il primo step è ovvio, l’attesa di un bus a pochi metri da casa, se non si vive nei pressi della metro (pensiamo alla zona di Cinecittà est). Qui inizia a scorrere il tempo-attesa, con la variabile aggiuntiva del traffico. Il secondo step è la metro. Il terzo, in molti casi, è un nuovo bus, nei percorsi del centro non coperti da metro o tram. Mediamente, anche in questo caso, i tempi del tragitto casa-lavoro arrivano a coprire un’ora abbondante, a volte di più. E a volte (pensiamo al caso di aree come la Romanina, Tor Vergata o Morena), quel breve tragitto che separa dalla metro viene coperto con l’auto, lasciata poi parcheggiata a 500 metri dalla metro, con ulteriore perdita di tempo. Dunque si utilizza la macchina per percorrere 1-2 km. La conseguenza è una via Tuscolana caotica, densa di smog, da presidiare costantemente per il massiccio tentativo di lasciare l’auto in doppia fila un po’ ovunque.
Il VII Municipio si presta bene, forse meglio di altri Municipi, all’intermodalità dei trasporti: la presenza di una linea metro con 6-7 fermate ravvicinate lungo uno stesso tracciato, ne fanno uno dei migliori ambienti per l’utilizzo contemporaneo della bicicletta e del mezzo pubblico, senza considerare la possibilità (futura) di variare il percorso lungo l’Asse degli Acquedotti, idea elaborata dal Settimo Biciclettari per “utilizzare questo asse come una sorta di direttrice, una dorsale su cui attestare dei percorsi di raccordo ciclo-pedonali verso tutti i quartieri del Settimo Municipio” (cit. blog Settimo Biciclettari).
La mia esperienza di bike commuter è ormai consolidata: da circa 6 mesi utilizzo giornalmente la mia flessibile e leggera bicicletta pieghevole per raggiungere il luogo di lavoro in pieno centro, utilizzando la metropolitana e successivamente pedalando senza fatica alcuna in un tratto reso sicuro dalla chiusura ai mezzi privati, con qualche difficoltà nei punti difficili, dove il traffico aggressivo consiglia prudenza e qualche passaggio sul marciapiedi (inevitabile in uscita dalla metro con la bici a mano). Riesco, dunque, mediamente ad impiegare 30 minuti complessivi per percorrere il tragitto lavoro-casa con un risparmio di tempo di 30 minuti rispetto al tempo che impiegavo in precedenza, quando i trasbordi da un mezzo pubblico all’altro rallentavano molto il viaggio, reso anche stressante dalla calca inevitabile delle ore di punta, dal tempo-attesa alle fermate del bus/tram e dai tratti da fare a piedi tra le fermate metro/bus/tram.
Ho acquisito ormai la piena consapevolezza del valore realizzato con l’investimento, che è un valore in termini di aumentato benessere, di risparmio di tempo e di diminuzione dello stress. Sono convinto che le piste ciclabili aumenterebbero il mio benessere e accorcerebbero ancor di più i tempi, oltre a non creare inutili polemiche con l’automobilista e il pedone (due categorie che non si contrappongono affatto al ciclista).
Roma è pur sempre una città difficile, soprattutto per le fasce deboli della popolazione e per le persone anziane. Per un’utenza di età variabile dai 20 ai 65 mi sento di consigliare l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto intermodale, non solo alternativo, ma sostitutivo dell’automobile e del bus, da accompagnare, quindi, alla metropolitana. E’ una valida, se non essenziale, opportunità per chi non intende affrontare lunghi itinerari dalla periferia al centro città, ma vuole accorciare i tempi di attesa, utilizzare sia la metro che la bicicletta percorrendo a pedali non più di 3-4 km per tratta. Non essendo stati (ancora) realizzati stalli per il bike sharing comunale in corrispondenza delle fermate della metropolitana, il bicycle commuting è la risposta più adatta ad un mondo che va nella direzione dell’ecosostenibilità. Copenaghenizzare Roma è forse un’utopia, ma l’esperienza si può diffondere.

Mauro Minieri

Una nuova visione per la mobilità dolce di Roma

Mobilità romana, Vivo SOSTENIBILE

Roma è una città unica al mondo con una densità di aree verdi ed archeologiche che non ha paragoni. Talmente diffusa che muovendoti in bici o a piedi devi impegnarti per non imbatterti in qualcuna di queste. L’opzione “only-ciclabili” è fallimentare perché abbiamo preso un modello che va bene nel resto del mondo ma non a Roma. Qui le strade e i quartieri sono nati dopo la maggior parte delle aree verdi e non contestualmente come accade in altre città, in cui troviamo i parchi ai margini del tessuto urbano o, quantomeno, in spazi ben definiti. A Roma, al contrario, sono state queste zone protette che hanno dettato i criteri di espansione della città: lo sviluppo delle strade e dei quartieri ne hanno dovuto necessariamente tener conto, inglobando, quasi come un corpo estraneo, questi spazi protetti. In effetti, per andare da una parte all’altra della città, chi si muove in auto sa bene che non si percorre mai una linea retta perché ci sono sempre delle aree protette che sono “da intralcio”. La mobilità dolce, al contrario, può e vuole fruire di questi spazi, li vuole sfruttare creando una rete per collegarli tra loro e che consenta di muoversi rapidamente in qualsiasi parte di Roma con direttrici veloci, efficienti e adatte sia al commuting che al ciclo-turismo.

Per fortuna c’è una nuova consapevolezza tra i cicloattivisti romani che stanno ripensando la mobilità sostenibile come un vestito su misura anziché il prêt-à-porter da televendita che c’è stato propinato finora.  Nuovi e lungimiranti progetti nati dal basso che ridisegnano a schema libero questa città, trovando e inseguendo il percorso migliore per arrivare da A a B; un percorso che non è sempre quello dei mezzi di trasporto tradizionali. Anzi, a Roma, non lo è quasi mai per i motivi esposti sopra.

L‘Asse degli Acquedotti del Settimo Biciclettari è uno di questi progetti che un giorno vedremo realizzato.

Dario Piermarini – Presidente Settimo Biciclettari